Yogurt senza lattosio: chi è intollerante può mangiarlo?

Yogurt, probiotici e intolleranza al lattosio: chi è intollerante al lattosio può mangiare lo yogurt?

Scopriamo di più.

L’intolleranza al lattosio è una condizione patologica molto comune dovuta alla carenza dell’enzima intestinale responsabile della digestione di questo zucchero [1]. In questi casi, viene generalmente consigliato di ridurre al minimo il consumo di alimenti contenenti lattosio [2]. Esistono però altri fattori che possono aiutare ad alleviare i sintomi legati a questo tipo di intolleranza, come assumere abitualmente probiotici [3].

Lo yogurt può essere considerato un probiotico?


Da secoli, l’uomo sfrutta i microrganismi che producono acido lattico per ottenere la fermentazione di molti alimenti, tra cui il latte. Lo yogurt, infatti, è un prodotto che deriva dalla fermentazione del latte da parte dei ceppi batterici Lactobacillus Bulgaricus e Streptococcus thermophilus [4]. Nel corso di questo processo metabolico i batteri trasformano il lattosio, ovvero lo zucchero contenuto nel latte, in acido lattico.

Come sappiamo, lo yogurt è un alimento che spesso viene considerato una componente importante di una dieta sana ed equilibrata [5], in quanto rappresenta una preziosa fonte di nutrienti come proteine, minerali, vitamine e calcio [6]. Inoltre, lo yogurt è un alimento capace di contribuire alla buona salute dell’organismo perché apporta numerosi benefici soprattutto al nostro metabolismo intestinale [7].

È opportuno tuttavia ricordare che la maggior parte degli yogurt disponibili in commercio, pur contenendo al loro interno colture di lattobacilli, non sono classificabili esattamente come probiotici. Questo termine, infatti, si può attribuire soltanto a quei tipi di yogurt che sono stati addizionati con un numero adeguato di batteri vitali, riconosciuti come probiotici per aver conferito benefici alla salute umana nell’ambito di studi clinici controllati, come ad esempio i Bifidobatteri. [6]

Lo yogurt, un alimento adatto anche a chi soffre di intolleranza al lattosio?

Nonostante si possa pensare che lo yogurt, essendo un derivato del latte, sia assolutamente da evitare in caso di intolleranza al lattosio, in realtà non è così. Questo alimento, generalmente, può essere assunto senza problemi anche da chi non digerisce bene il lattosio, proprio perché quasi tutto lo zucchero del latte presente al suo interno viene trasformato in acido lattico grazie al processo di fermentazione operato dai batteri [7],[8],[9],[10]. Inoltre, per tutti coloro che non tollerano nemmeno minime quantità di lattosio, è disponibile in commercio lo yogurt “delattosato”, cioè addizionato di un enzima chiamato lattasi che digerisce tutto il lattosio residuo presente, senza alterare le proprietà nutrizionali e organolettiche del prodotto.

Includere lo yogurt nella propria dieta può quindi contribuire positivamente alla salute del nostro intestino, anche nel caso in cui si soffra di intolleranza al lattosio. Ad ulteriore conferma di ciò, diversi studi hanno dimostrato che i batteri normalmente contenuti nello yogurt aiutano a migliorare la digestione del lattosio negli individui intolleranti [11].

I probiotici: cosa sono e quale utilità hanno in caso di intolleranza al lattosio


La parola probiotico significa "per la vita" e viene usata per definire tutti quei microrganismi vivi (perlopiù batteri) che, se somministrati in quantità sufficiente, apportano benefici per la salute dell'ospite [12]. I probiotici possono rappresentare un valido alleato della nostra salute intestinale perché ne alterano la composizione della flora batterica, arricchendola in batteri “buoni”.

Tra i microrganismi più utilizzati come probiotici ci sono proprio i batteri lattici (meglio conosciuti come fermenti lattici) appartenenti ai ceppi di Lactobacillus, Bifidobacterium e Streptococcus [13], caratterizzati principalmente dalla capacità di fermentare (metabolizzare) zuccheri solubili, come il lattosio, in acido lattico.

I meccanismi con cui i probiotici esercitano i loro effetti benefici possono includere la modifica del pH intestinale, la produzione di sostanze antimicrobiche e la competizione per i nutrienti e i fattori di crescita disponibili nel nostro intestino, mirate a contrastare la proliferazione dei batteri patogeni. Inoltre, i batteri probiotici hanno la capacità di influenzare il sistema immunitario tramite diversi meccanismi molecolari [6].

Alcuni studi hanno dimostrato che alcuni ceppi di probiotici, sono in grado di favorire la digestione del lattosio ed il suo assorbimento a livello intestinale nei soggetti intolleranti. Infatti, i pazienti che hanno assunto per un periodo di quattro settimane questi probiotici, hanno poi mostrato una riduzione significativa dei più comuni sintomi gastrointestinali associati all’intolleranza al lattosio [14]. Questo effetto benefico ha continuato a persistere fino a tre mesi dopo la fine del trattamento [14].

Nonostante questi dati, sono necessarie ulteriori ricerche per approfondire meglio l’efficacia dell’utilizzo dei probiotici in caso di intolleranza al lattosio [10],[15].

Quali sono le caratteristiche comuni a tutti i probiotici?

Tutti i microrganismi comunemente utilizzati come probiotici non devono risultare dannosi o tossici per il nostro organismo, ma al contrario, devono essere ben tollerati, aderire al tessuto epiteliale intestinale e produrre sostanze che contrastino la proliferazione dei batteri patogeni. In più, i microrganismi probiotici devono avere la capacità di sopravvivere agli acidi biliari e colonizzare per brevi periodi il nostro tratto gastrointestinale[16]. Infine, assumere probiotici può contribuire a migliorare attività metaboliche importanti del nostro organismo come ad esempio la produzione di vitamine [13].

I ceppi più comuni di batteri usati come probiotici

I ceppi probiotici attualmente più comuni appartengono ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium. In particolare, le specie di Lactobacillus da cui sono stati isolati i ceppi probiotici includono: Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus johnsonii, Lactobacillus casei, Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus gasseri e Lactobacillus reuteri. I ceppi di Bifidobacterium comprendono Bifidobacterium bifidum, Bifidobacterium longum e Bifidobacterium infantis [12].

Bibliografia:


[1] Mattar R, de Campos Mazo DF, Carrilho FJ. Lactose intolerance: diagnosis, genetic, and clinical factors. Clinical and Experimental Gastroenterology. 2012;5:113-121.

[2] Misselwitz B, Pohl D, Frühauf H, Fried M, Vavricka SR, Fox M. Lactose malabsorption and intolerance: pathogenesis, diagnosis and treatment. United European Gastroenterology Journal. 2013;1(3):151-159.

[3] Kechagia M, Basoulis D, Konstantopoulou S, et al. Health Benefits of Probiotics: A Review. ISRN Nutrition. 2013;2013:481651.

[4] Bourlioux P, Pochart P. Nutritional and health properties of yogurt. World Rev Nutr Diet 1988;56:217–58.

[5] USDHHS, USDA. Dietary Guidelines for Americans, 6th ed. Washington, DC: US. Government Printing Office, 2005.

[6] Ciorba MA. A Gastroenterologist’s Guide to Probiotics. Clinical gastroenterology and hepatology : the official clinical practice journal of the American Gastroenterological Association. 2012;10(9):960-968.

[7] Adolfsson O, Meydani SN, Russell RM. Yogurt and gut function. Am J Clin Nutr. 2004 Aug;80(2):245-56.

[8] Kolars JC, Levitt MD, Aouji M, Savaiano DA. Yogurt--an autodigesting source of lactose.

[9] Savaiano DA, AbouElAnouar A, Smith DE, Levitt MD. Lactose malabsorption from yogurt, pasteurized yogurt, sweet acidophilus milk, and cultured milk in lactase-deficient individuals. Am J Clin Nutr. 1984 Dec;40(6):1219-23.

[10] Montalto M, Curigliano V, Santoro L, et al. Management and treatment of lactose malabsorption. World Journal of Gastroenterology : WJG. 2006;12(2):187-191.

[11] Elli M, Callegari ML, Ferrari S, et al. Survival of Yogurt Bacteria in the Human Gut. Applied and Environmental Microbiology. 2006;72(7):5113-5117.

[12] Pandey V, Berwal V, Solanki N, Malik NS. Probiotics: Healthy bugs and nourishing elements of diet. Journal of International Society of Preventive & Community Dentistry. 2015;5(2):81-87.

[13] Baquerizo Nole KL, Yim E, Keri JE. Probiotics and prebiotics in dermatology. J Am Acad Dermatol. 2014;71: 814-821.

[14] Almeida CC, Lorena SL, Pavan CR, et al. Beneficial effects of long-term consumption of a probiotic combination of Lactobacillus casei Shirota and Bifidobacterium breve Yakult may persist after suspension of therapy in lactose-intolerant patients. Nutr Clin Pract 2012; 27: 247–251

[15] Mattar R, de Campos Mazo DF, Carrilho FJ. Lactose intolerance: diagnosis, genetic, and clinical factors. Clinical and Experimental Gastroenterology. 2012;5:113-121.

[16] Suvarna VC, Boby VU. Probiotics in human health: A current assessment. Cur Sci. 2005;88:1744–8.

  • URL copiato negli appunti