Intestino e umore: scopri come sono correlati

Intestino e umore: storia di una reciproca influenza

Tra mente e intestino esiste uno stretto legame bidirezionale: così come il cervello può influenzare il benessere intestinale, anche la salute dell'intestino può avere ripercussioni sul nostro umore [1],[2]. A entrare in gioco è il cosiddetto asse intestino-cervello, una via lungo la quale i sintomi psicologici e quelli intestinali influenzano reciprocamente la propria comparsa [1],[2],[3]. C'è però anche un altro fattore da tenere in considerazione: la flora intestinale, cioè la popolazione di microbi che vive nel nostro intestino influenzandone lo stato di salute [1],[2].

L'asse intestino-cervello


Oggi si sente sempre più parlare di intestino come “secondo cervello”. Questo perché l'intestino è effettivamente dotato di un “piccolo cervello”, detto sistema nervoso enterico: si tratta di un'intricata rete nervosa localizzata nella parete intestinale, in grado di regolare le funzioni intestinali basilari come la motilità, la produzione di muco e il flusso del sangue [3]. Le attività dell'intestino sono comunque coordinate con quelle del resto del nostro organismo attraverso un controllo centrale [3],[4]. Il sistema nervoso enterico comunica con il cervello tramite vie neuronali, ma anche tramite messaggeri chimici, ormoni inclusi [3],[4].
Queste molecole agiscono a diversi livelli dell'asse intestino-cervello svolgendo numerose funzioni, tra cui la regolazione della motilità dell'intestino, dell'emotività e della risposta allo stress [3]: ecco spiegato il motivo per il quale questa intricata rete di comunicazione può avere effetti sia sul funzionamento del cervello sia su quello dell'intestino [3]. Facciamo un esempio pratico con la serotonina [3]. A livello cerebrale questo neurotrasmettitore modula l'umore e le capacità cognitive; nell'apparato digerente, invece, controlla la contrazione e il rilassamento della muscolatura, la percezione del dolore e le secrezioni gastroenteriche [3]. Per questo, disfunzioni a carico della serotonina possono causare disturbi sia intestinali che dell'umore, i quali potrebbero anche manifestarsi contemporaneamente [3].

Gli effetti dello stress sull'intestino

Un chiaro esempio delle conseguenze dello stress sul benessere dell’intestino è dato dalle malattie infiammatorie intestinali, i cui sintomi possono essere causati, o quantomeno influenzati, proprio da condizioni di vita stressanti [2],[4],[5]. Anche i cosiddetti disturbi funzionali gastrointestinali sono il risultato dell'interazione tra alterazioni fisiologiche intestinali e fattori psicologici [1]. La sindrome dell'intestino irritabile, ad esempio, è strettamente associata all'ansia e alla depressione e lo stress può contribuire alla comparsa dei suoi sintomi interagendo pure con l'alimentazione [3].

Altra conseguenza dello stress sull'intestino è la possibile alterazione della composizione del microbiota intestinale [3]. I batteri residenti nell’intestino possono, infatti, rispondere direttamente ai segnali scatenati dallo stress, come certi ormoni che alterano la crescita, la motilità e la virulenza di alcuni microbi intestinali [2],[4]. I meccanismi in gioco sono però anche altri. Lo stress cronico, ad esempio, è stato associato a cambiamenti nelle aree del cervello da cui può dipendere la nostra percezione del dolore gastrointestinale [4]; inoltre lo stress può alterare la motilità intestinale, aumentare la permeabilità dell'intestino, modificare le secrezioni gastrointestinali, influenzare negativamente la capacità della mucosa di rigenerarsi nonché il flusso di sangue [4],[6]; può anche scatenare il rilascio di neurotrasmettitori e di molecole dall'effetto pro-infiammatorio [4],[6]. Per tutti questi motivi, lo stress può avere conseguenze a livello intestinale e manifestarsi, ad esempio, sotto forma di dolori all’intestino o diarrea [4].

Gli effetti della flora intestinale sullo stress

D'altra parte, pare che anche il benessere della microflora possa influenzare i comportamenti associati allo stress [3]. I meccanismi alla base di questo legame non sono stati ancora del tutto chiariti, ma sembra che includano l'attivazione di segnali immunitari che viaggiano verso il cervello, l'interazione diretta con le cellule della mucosa intestinale e il contatto con le terminazioni nervose [3],[4]. In generale, alterazioni dell'equilibrio della flora intestinale possono modificare le risposte infiammatorie promuovendo un'infiammazione cronica, che può essere associata a cambiamenti dell'umore e del comportamento, incluse una maggiore reattività allo stress e incidenza di disturbi ad esso correlati [3]. I batteri intestinali permetterebbero quindi a intestino e cervello di influenzarsi a vicenda [4].

Probiotici, un aiuto per intestino e umore

I farmaci che modulano l'attività della serotonina (come gli antidepressivi triciclici e gli inibitori della ricaptazione della serotonina) possono essere efficaci nella gestione dei sintomi della sindrome dell'intestino irritabile [3],[4]. Anche i probiotici possono essere d’aiuto, dato il ruolo centrale giocato dalla flora intestinale nell'asse intestino-cervello [2],[4].

I benefici intestinali di questi batteri alleati della salute, che possiamo assumere per via orale (ad esempio sotto forma di yogurt o latte fermentato) [2],[7], variano dalla riduzione dei dolori intestinali a quella di gonfiori e tensioni addominali, come dimostrato in una review che ha valutato l’effetto dei probiotici sulla sindrome dell’intestino irritabile e su altri disturbi gastroenterici [3]. Alcuni probiotici possono contrastare l'attivazione della risposta immunitaria che induce o aggrava i sintomi acuti della colite [4]; altri, invece, possono inibire l'ipersensibilità viscerale causata dallo stress [4]. È stato ipotizzato che possono anche aiutarci a migliorare la funzione di barriera della mucosa intestinale e a sopprimere la crescita di batteri patogeni [4]. In generale, i probiotici sono di supporto in caso di problemi associati allo stress non solo dell'intestino, ma anche del tratto superiore dell'apparato gastrointestinale [4].

Ma c'è anche un'altra arma che utile per prenderci cura della nostra flora intestinale e, allo stesso tempo, per combattere lo stress: l'attività fisica. Mantenersi attivi, infatti, può aumentare il numero di microrganismi benefici dell'intestino [5]; questa azione, unita al potenziale effetto antinfiammatorio dell'attività fisica, è alla base del suggerimento di fare esercizio per meglio gestire i problemi intestinali [5]. Ma non finisce qui: l'esercizio induce la produzione di endorfine, note come molecole del buonumore [8]. Un buon motivo in più per metterci in movimento!

Fonti bibliografiche

[1] De Palma G., CollinsS.M., Bercik P. (2014), The microbiota-gut-brain axis in functional gastrointestinal disorders in “Gut Microbes”, 5(3): 419–429, doi: 10.4161/gmic.29417

[2] Cresci G.A, Bawden E. (2015), The Gut Microbiome: What we do and don’t know in “Nutrition in Clinical Practice”, 30(6): 734–746, doi: 10.1177/0884533615609899

[3 ] Foster J.A., Rinaman L., Cryan JF. (2017), Stress & the gut-brain axis: Regulation by the microbiome in “Neurobiology of stress”, 7:124-136, doi: 10.1016/j.ynstr.2017.03.001

[4] Konturek P.C., Brzozowski T., Konturek S.J. (2011), Stress and the gut: pathophysiology, clinical consequences, diagnostic approach and treatment options in “Journal of Physiology and Pharmacology”, 62(6):591-9

[5] Monda V., Villano I., Messina A., Valenzano A., Esposito T., Moscatelli F., Viggiano A, Cibelli G., Chieffi S., Monda M., Messina G. (2017), Exercise Modifies the Gut Microbiota with Positive Health Effects in “Oxidative Medicine and Cellular Longevity”, Volume 2017, Article ID 3831972, 8 pages, doi: 10.1155/2017/3831972

[6] Hart A., Kamm M.A. (2002), Review article: mechanisms of initiation and perpetuation of gut inflammation by stress in “Alimentary Pharmacology and Therapeutics”, 16(12):2017-28, doi: 10.1046/j.1365-2036.2002.01359.

[7] Zhang Y.J., Li S., Gan R.Y., Zhou T., Xu D.P., Li H.B. (2015), Impacts of Gut Bacteria on Human Health and Diseases in “International Journal of Molecular Sciences”, 16(4): 7493–7519, doi: 10.3390/ijms1604749

[8] Chaudhry S.R., Bhimji S.S. (2017), Biochemistry, Endorphin in “StatPearls [Internet]”

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