Intestino irritabile: sintomi, cause e consigli utili

Intestino Irritabile: sintomi e consigli

La Sindrome dell’Intestino Irritabile (SII) è un disturbo gastrointestinale molto diffuso [1]. Se è vero che per molte persone rappresenta solo un fastidio, per altre, invece, la SII si ripercuote negativamente sulla qualità della vita [2]. Dai sintomi che la caratterizzano, ai fattori che la causano, ai consigli per prevenire e ridurre la sintomatologia: scopriamo di più sulla Sindrome dell’Intestino Irritabile. È bene ricordare, tuttavia, che rivolgersi al medico di famiglia è il primo passo per escludere altre eventuali patologie del sistema gastrointestinale [3].

La sindrome dell'intestino irritabile: i sintomi

La Sindrome dell’Intestino Irritabile è definita come un disturbo funzionale dell’apparato digerente in cui il dolore, la tensione o il gonfiore addominale sono ricorrenti (devono essersi presentati almeno 3 volte in un mese, in 3 mesi consecutivi) e sono associati alla defecazione o a cambiamenti nelle abitudini e nella frequenza delle evacuazioni, e nella consistenza delle feci. [4]

In base alla densità delle feci si possono individuare diverse varianti della sindrome della SII [3]:

  • Con stipsi: si ha una completa assenza di stimolo ad evacuare oppure una necessità di evacuare, ma con difficoltà ad espellere le feci e i gas intestinali [3].

  • Con diarrea: si ha una frequente emissione di feci liquide [3].

  • Misto: si alternano periodi di costipazione a periodi diarroici [3].

Altri sintomi che si possono manifestare sono meteorismo, nausea o borborigmi [5]. Inoltre, è frequente che si presentino anche sintomi non addominali come mal di testa, palpitazioni, stanchezza e difficoltà a rimanere concentrati [5]. L’intestino irritabile è una condizione cronica di cui, di conseguenza, non ci si può liberare, anche se può essere caratterizzata da periodi di remissione dei sintomi [6]. Questo disturbo interessa ben l’11% della popolazione mondiale [7] ed è più diffuso tra le donne rispetto agli uomini, con un’elevata presenza tra i giovani adulti [7].

Sindrome dell'intestino irritabile: caccia al colpevole


Tra i fattori alla base della Sindrome dell’Intestino Irritabile troviamo:

  • Ereditarietà. Un terzo delle persone che soffrono di intestino irritabile, ha un parente di primo grado affetto dalla sindrome [8].

  • Modelli alimentari . Tra i paesi con maggiore prevalenza di SII ve ne sono alcuni occidentali [7]; in questi paesi i modelli alimentari predominanti sono poveri di fibre e ricchi in carboidrati e grassi saturi [9]. È stato dimostrato che l’assunzione di alimenti ad elevato contenuto di grassi provoca un aumento della permeabilità intestinale [10]. Una maggiore porosità intestinale, a sua volta, consentirebbe alle sostanze di grandi dimensioni e potenzialmente dannose, di passare dall’intestino al sangue provocando una risposta del nostro sistema immunitario e un conseguente stato di infiammazione cronica [10].

  • Alterata motilità intestinale. ​Il passaggio del cibo lungo il tratto gastrointestinale è favorito dalle contrazioni coordinate della muscolatura liscia [11]. Nelle persone con intestino irritabile questo sistema risulta disturbato e si osserva una ridotta o una aumentata motilità dei muscoli dell’intestino, che provoca delle variazioni nel tempo di transito delle feci e, di conseguenza, dei sintomi associati, come la percezione di dolore addominale [11].

  • Composizione del microbiota intestinale . Il microbiota intestinale di un adulto è composto da più di 100 trilioni di microorganismi che vivono in simbiosi con il suo ospite [12]. Nelle feci di persone con intestino irritabile, però sono presenti un numero significativamente minore di batteri benefici a vantaggio di un aumentato numero di batteri potenzialmente dannosi [13].

  • Stress psicologico . Sempre più studi suggeriscono che la SII dipende da una combinazione di intestino irritabile e “cervello irritabile” [14]. Lo stress psicologico, acuto o cronico, infatti, ha un marcato impatto su motilità, sensibilità, secrezione e permeabilità intestinale, e il meccanismo che ne è alla base si correla strettamente con l’attivazione del sistema immunitario, con l’alterazione del sistema nervoso centrale, con il sistema nervoso periferico e con il microbiota intestinale [15]. A sua volta, i sintomi di gonfiore e dolore addominale e la scarsa prevedibilità delle manifestazioni, soprattutto nel tipo diarroico, possono generare un senso di ansia perenne che va ad impattare sull’umore di chi soffre di intestino irritabile e sulla sua qualità di vita [3].

Sindrome dell'intestino irritabile: qualche consiglio

La SII, sebbene cronica, ha un esito benigno e generalmente non porta a dimagrimento e non compromette la funzionalità generale [5]. Persone con sintomi che si manifestano sporadicamente e in modo non severo riescono a gestire i propri sintomi [3].

Insieme ai trattamenti farmacologici per la gestione della SII, esistono anche altri fattori che potrebbero contribuire a migliorare i sintomi di questo disturbo. Vediamone alcuni.

  • Dieta. Un’alimentazione corretta ed equilibrata è il primo passo per gestire i sintomi della Sindrome dell’Intestino Irritabile: si consiglia di limitare il consumo di alcool, caffeina, cibi piccanti e ad alto contenuto di grassi [16]. Molto importante è anche la regolarità dei pasti: pasti irregolari contribuiscono ai sintomi della sindrome [16],[17]. Fondamentale è anche mantenersi idratati [16], bevendo almeno 1,5 litri di acqua al giorno [5]. ​​

  • Esercizio fisico . È stato dimostrato che praticare attività fisica regolarmente può migliorare i sintomi associati alla SII e la qualità della vita di chi ne soffre [18]. L’attività fisica è anche un fattore protettivo nei confronti dello sviluppo della sindrome stessa, tanto che le persone fisicamente attive hanno significativamente meno probabilità, rispetto ai sedentari, di soffrire di intestino irritabile [17].

  • Qualità del sonno . I disturbi del sonno sono molto comuni tra le persone con la sindrome dell’intestino irritabile e provocano importanti ripercussioni sulla loro qualità della vita[19]. Non è ancora chiaro se sia la scarsa qualità del sonno a provocare un peggioramento dei sintomi dell’intestino irritabile o se sia la manifestazione notturna dei sintomi a influenzare la qualità del sonno [19].

  • Yoga . L’intestino irritabile dipende da una combinazione di fattori fisici e di stress psicologico: di conseguenza, per contribuire al miglioramento dei sintomi del disturbo può essere utile considerare un metodo che vada ad agire, contemporaneamente, sia sul corpo che sulla mente e lo Yoga sembra possedere proprio queste caratteristiche [20].Lo Yoga, infatti, è una disciplina che unisce esercizi posturali ad esercizi di respirazione e alla meditazione, con l’obiettivo di rafforzare il tessuto muscolare e il sistema nervoso attraverso un equilibrio tra corpo e mente [21]. Chi pratica Yoga è totalmente immerso nell’esercizio e ogni movimento del corpo è sincronizzato con il respiro, generando una percezione di autocontrollo e calma che portano a rilassamento e benessere [20]. Studi hanno dimostrato che lo yoga può dare beneficio al paziente, riducendo i sintomi della SII e l’ansia e migliorando la qualità di vita [21].

  • Probiotici . L’assunzione di probiotici può essere di supporto poiché essi agiscono sulla flora intestinale spesso alterata in condizioni patologiche del tratto gastrointestinale come la Sindrome dell’Intestino Irritabile [3].

[1] D.A. Drossman, W.E. Whiehead, M. Camilleri, E.A. Mayer. AGA technical review on irritable bowel syndrome. Gastroenterology, vol.123, pp.2108-2131, 2002

[2] E.M.M. Quigley. The Gut-Brain Axis and the microbiome: Clues ti Pathophysiology and Opportunities for Novel Management Strategies in Irritable Bowel Syndrome (IBS). Journal of Clinical Medicine, vol.7(1), 2018.

[3] V. Atella, E. Baio, C. Cricelli, M.G. De Marinis, A. Gaudioso, A. Santoro, G. Vescovo. La sindrome dell’intestino irritabile. Una patologia che merita giusto riconoscimento e adeguata risposta sanitaria. Public Health & Health Policy, n.1, 2017

[4] G.F. Longstreth, W.G. Thompson, W.D. Chey, l.A. Houghton, F. Mearin, R.C. Spiller. Functional Bowel Disorders. Gastroenterology, vol.130, pp. 1480-91, 2006

[5] http://www.siucp.org/patologie-colon-retto/Intestino-irritabile-34.aspx#5

[6] S.L. Halder, G.R. III Locke, C.D. Schleck, et al. Natural history of functional gastrointestinal disorders: a 12-year longitudinal population-based study. Gastroenterology, vol.133, pp.799–807, 2007.

[7] R.M. Lovell, A.C. Ford. Global prevalence of and risk factors for irritable bowel syndrome: a meta-analysis. Clin. Gastroenterol. Hepatol., vol.10, pp. 712-21, 2012.

[8] P.J. Whorwell, M. McCallum, F.H. Creed, C.T. Roberts. Non-colonic features of irritable bowel syndrome. Gut, vol.27, pp.37-40, 1986

[9] I.A.Myles. Fast food fever: reviewing the impacts of the Western diet on immunity. Nutrition Journal, vol.13(61), 2014

[10] Kyung-Ah Kim, Wan Gu, In-Ah Lee, Eun-Ha Joh, Dong-Hyun Kim. High Fat Diet-Induced Gut Microbiota Exacerbates Inflammation and Obesity in Mice via the TLR4 Signaling Pathway. Plos One, vol. 7(10), 2012

[11] A. Mantides. Gut motility and visceral perception in IBS patients. Annals of Gastroenterology, vol.15(3), 2002

[12] S. Bermon, B. Petriz, A.Kajėnienė, J. Prestes, L. Castell, O. l. Franco. The Microbiota: an Exercise Immunology Perspective. Exercise Immunology Review, vol.21, pp70-79, 2015

[13] M. Rajilic´–Stojanovic´, E. Biagi, H.G.H.J. Heilig, K. Kajander, R.A. Kekkonen, S. Tims, W.M. De Vos. Global and Deep Molecular Analysis of Microbiota Signatures in Fecal Samples From Patients With Irritable Bowel Syndrome. Gastroenterology, vol.141, pp.1792–1801, 2011

[14] S.K. Padhy, S.Sahoo, S. Mahajan, S.K.Sinha. Irritable bowel syndrome: Is it “irritable brain” or “irritable bowel”?. Journal of Neurosciences in Rural Practice, vol.6(4), 2015

[15] H.Y. Qin, C.W. Cheng, X.D. Tang, Z.X. Bian. Impact of psychological sress on irritable bowel syndrome. World Journal of Gastroenteroloqy, vol.20(39), 2014

[16] A. Cozma-Petruţ, F. Loghin, D. Miere, D.L. Dumitraşcu. Diet in irritable bowel syndrome: What to recommend, not what to forbid to patients! World Journal of Gastroenterology, vol.23(21), 2017

[17] Y.B. Guo, K.M.Zhuang, L. Kuang, Q. Zhan, X.F. Wang, S.D. Liu. Association between Diet and Lifestyle Habits and Irritable Bowel Syndrome: A Case – Control Study. Gut and Liver, vol.9(5), 20156

[18] A.J. Daley, C. Grimmett, L. Roberts, S. Wilson, M. Fatek, A. Roalfe, S. Singh. The Effects of Exercise upon Symptoms and Quality of life in patients with irritable bowel Syndrome: a randomized controlled trial. J. Sports Med., 2008

[19] A.Y. Rotem, A.D. Sperber, P. Krugliak, B. Freidman, A. Tal, A. Tarasiuk. Polysomnographic and Actigraphic Evidence of Sleep Fragmentation in Patients with Irritable Bowel Syndrome. Sleep, Vol. 26(6), 2003

[20] V. Kavuri, N. Raghuram, A. Malamud, S. Senthamil, R. Selvan. Irritable bowel Syndrome: Yoga as Remedial Therapy. Evidence – Based Complementary and Alternative Medicine, 2015

[21] D. Schumann, D. Anheyer, R. Lauche, G. Dobos, J. Langhorst, H. Cramer. Effect of Yoga in the Therapy of Irritable Bowel Syndrome: A Systematic Review. Clinical Gastroenterology and Hepatology, vol.14, pp.1720–1731, 2016

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