Nervo vago: cos'è e a cosa serve

Nervo vago: un collegamento tra cervello e intestino

Numerose evidenze scientifiche dimostrano che esiste una forte connessione tra il sistema gastrointestinale e il sistema nervoso centrale [1]. Questa connessione, comunemente nota come "asse del cervello-intestino”, consente una comunicazione bidirezionale tra i due organi [1] e comporta interazioni tra diverse componenti tra cui il sistema nervoso autonomo, il sistema nervoso centrale, il sistema effettore della risposta allo stress (asse ipotalamo-ipofisi-surrene), il sistema gastrointestinale e la risposta intestinale (comprendente la barriera intestinale, il microbiota e la risposta immunitaria intestinale) [2].

Che cos'è il nervo vago

Tra i diversi meccanismi alla base della comunicazione fra cervello e intestino, quello più diretto è sicuramente mediato dal nervo vago [1]. Il vago è il nervo più lungo che si trova all’interno del nostro organismo, infatti ha origine nel midollo allungato e si estende fino ad innervare i principali organi quali cuore, polmoni e tratto gastroenterico [3].

Il nervo vago è un misto di fibre efferenti (20%) e fibre afferenti (80%) [3]. Mentre le prime sono adibite alla trasmissione degli stimoli dal sistema nervoso centrale verso la periferia, le seconde trasmettono informazioni nella direzione opposta [4].

Il nervo vago fa quindi parte del sistema nervoso parasimpatico che, insieme al sistema nervoso simpatico, costituisce il sistema nervoso autonomo [3]. Quest’ultimo ha il compito di regolare i processi del nostro corpo che non possiamo influenzare coscientemente come respirazione, battito cardiaco e processi metabolici [5]. La componente parasimpatica del sistema nervoso autonomo regola diverse funzioni corporee quando siamo a riposo: ad esempio stimola la digestione, attiva vari processi metabolici e ci aiuta a rilassarci [6]. Al contrario, la componente simpatica interviene quando il nostro corpo si attiva per svolgere un’attività fisica o mentale, ad esempio facendo battere il cuore più forte e aprendo le vie respiratorie in modo da poter respirare più facilmente [6].

Le informazioni trasmesse dall'intestino al cervello tramite il nervo vago

Le afferenze del nervo vago trasmettono al nostro sistema nervoso informazioni riguardanti l'osmolarità del lume intestinale, la quantità di carboidrati ingeriti, la presenza di alcuni tipi di farmaci[2], e sono coinvolte nella regolazione dell'assunzione di cibo, della secrezione esocrina ed endocrina pancreatica [3,7].

Le informazioni viscerali viaggiano tramite le fibre afferenti del nervo vago per poi essere integrate in specifiche regioni cerebrali altamente interconnesse tra loro, tra cui l’amigdala, l’ipotalamo e la corteccia. Queste aree cerebrali sono coinvolte nello sviluppo delle risposte mediate dal sistema nervoso autonomo di tipo ormonale, motorio e comportamentale [8].

Il nervo vago media anche l’interazione tra microflora intestinale e cervello [9]. Infatti, i batteri che normalmente risiedono nel nostro intestino possono influenzare l’attività del sistema nervoso centrale, proprio tramite il nervo vago [10]. Inoltre, il microbiota intestinale è in grado di produrre vari tipi di molecole che interagiscono con il nostro cervello, come ormoni, peptidi e neurotrasmettitori [11,12,13] e di sintetizzare acidi biliari, considerati potenti molecole di segnalazione che regolano una varietà di processi relativi sia al sistema nervoso che a quello immunitario [14].

Alterazioni nella comunicazione bidirezionale tra cervello e microbiota intestinale sono coinvolte nella patogenesi della sindrome dell'intestino irritabile e di altri disturbi funzionali gastrointestinali [15]. Più recentemente, è emerso che questa alterazione potrebbe essere implicata nella fisiopatologia di diverse patologie cerebrali tra cui i disturbi dello spettro autistico, il morbo di Parkinson, i disturbi dell'umore e il dolore cronico [15].

Il nervo vago in condizioni patologiche

Le attività del sistema nervoso simpatico e parasimpatico sono normalmente bilanciate [3].

Questo equilibrio viene però interrotto quando si sviluppano patologie come la sindrome dell'intestino irritabile, le malattie infiammatorie dell'intestino, l'artrite reumatoide, e più in generale in condizioni di stress [3]. Lo stress, infatti, riduce l’attività del sistema parasimpatico mentre aumenta quella del sistema nervoso simpatico [16] ed è coinvolto nella patofisiologia dei disturbi gastrointestinali [17]. Lo stress è in grado di ritardare lo svuotamento gastrico, alterare il transito intestinale, la motilità del colon e la flora intestinale, e soprattutto inibire il tono vagale [3].

Poiché il nervo vago rappresenta una componente molto importante nel controllo della motilità gastrointestinale, un tono vagale basso potrebbe favorire in modo significativo l’insorgenza di disturbi gastrointestinali [18].

Per questa ragione, di recente, si è pensato di utilizzare la stimolazione del nervo vago come possibile terapia non farmacologica per il trattamento dei disordini infiammatori del tratto gastrointestinale, della sindrome dell'intestino irritabile e dell’ileo postoperatorio [3], tutte condizioni patologiche caratterizzate da un disequilibrio del sistema nervoso autonomo e da un tono vagale ridotto [3].

Fonti bibliografiche

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