Novel Food in Italia: dagli insetti alle alghe

Dagli insetti alle alghe: novel food in Italia

Quali sono i “nuovi” cibi che sono fonti preziose di nutrienti (e spesso anche all’ambiente) e che si incontrano sempre più frequentemente sulle nostre tavole.

Riflettori puntati sui novel food [1], [2]

La Commissione Europea definisce “novel food” un alimento non consumato in misura significativa nell’Unione Europea prima del 15 maggio 1997, data nella quale entrò in vigore la prima regolamentazione su questi cibi. In altri termini un novel food è un cibo sviluppato in modo innovativo o utilizzando tecnologie e processi produttivi nuovi, oppure può essere un alimento tradizionale in un paese extra-europeo, ma ancora nuovo per il vecchio continente. Ed ecco allora fare capolino sulle tavole di mezza Europa i semi di chia originari dell’America Centrale e Meridionale o il succo di Noni utilizzato nel sud-est asiatico. I detrattori di questi nuovi alimenti non mancano, ma sono molti gli esperti che ritengono che proprio alcuni dei novel food dovranno diventare la base della dieta mondiale del futuro nell’ottica di una alimentazione sostenibile che sia amica della salute e dell’ambiente. Una cosa è certa: l’Europa è molto attenta al tema dei novel food, che prima di essere immessi sul mercato sono sottoposti a una serie di controlli che ne garantiscono la sicurezza e che sono affidati alla European Food Safety Authority (EFSA) con sede a Parma.

Insetti per tutti i gusti [3],[4]

Tartine con patè di grillo, cavallette fritte o bachi da seta al forno. L’entomofagia, ovvero il consumo di insetti, è parte integrante delle tradizioni culinarie di oltre 2 miliardi di persone nel mondo, ma in occidente i consumatori non sono ancora particolarmente entusiasti all’idea di inserirli nelle proprie ricette alimentari, soprattutto per motivi culturali.

Eppure gli insetti potrebbero rappresentare la soluzione a diversi problemi legati al cibo che oggi la comunità mondiale deve affrontare.

Sono una preziosa fonte di nutrienti. Seppur con differenze che dipendono dalla specie, in generale gli insetti rappresentano una buona fonte di energia e di proteine (molte specie ne contengono in percentuali superiori al 60%), aminoacidi e acidi grassi essenziali per la salute. Inoltre sono molto ricchi di fibre e micronutrienti come vitamine e minerali.
Sono amici dell’ambiente. La Food and Agricolture Organization (FAO) spiega che l’emissione di gas serra è di 2.850 volte inferiore se si allevano insetti rispetto a bovini. Inoltre per produrre 1 kg di insetti servono 2 kg di cibo, che salgono a 8 per produrre 1 kg di carne bovina. Infine, ma non certo meno importante in un mondo dove lo spazio è sempre più scarso, per ottenere 1 kg di proteine dagli insetti servono 20 m2 di terra, contro i 45-70 necessari per 1 kg di proteine suine e i 145-255 per 1 kg di proteine bovine.
Ce n’è per tutti i gusti. Sono già oltre 2000 le specie utilizzate in tutto il mondo per il consumo umano e, visto il numero enorme di specie di insetti esistenti, la lista potrebbe allungarsi ancora, per soddisfare tutti i palati.

Al momento però, i consumatori italiani curiosi di provare questa nuova specialità, devono aspettare: il Ministero della Salute ha emesso una nota ufficiale a gennaio 2018 nella quale spiega “che gli insetti e i loro derivati si configurano tutti come novel food e che al momento nessuna specie di insetto (o suo derivato) è autorizzata per tale impiego”.

Verdure dal mare [5-7]

Il mare è un’importante fonte di risorse alimentari per l’uomo e da qualche tempo ci siamo resi conto che queste risorse non si limitano al pesce. Cresce infatti l’interesse verso le alghe, già “piatto forte” di molte cucine asiatiche come quella giapponese ormai diffusa anche in occidente. E i numeri parlano da soli: 8 milioni di tonnellate di alghe utilizzate dall’industria del settore ogni anno, per un valore produttivo di circa 6 miliardi di dollari USA, 5 dei quali legati alla produzione di cibo per il consumo umano.

Come per gli insetti, le ragioni di tanto interesse sono di due tipi:

  • nutrizionali – le alghe sono molto ricche di macro e micronutrienti importanti per la salute in concentrazioni che variano a seconda delle specie. L’alga Nori, per esempio, ha un contenuto di proteine pari al 30-50%, è praticamente priva di zuccheri (0,1%) e molto ricca di vitamine A, B1, B2, B6, B12, C, niacina e acido folico. Le alghe Kombu, delle specie Laminaria contengono molto ferro (circa il triplo dell’alga Nori) e iodio, assente in diverse alghe rosse. Unica avvertenza: meglio non abusarne per non assumere livelli troppo elevati di iodio o degli altri minerali presenti in abbondanza;

  • ambientali – il pianeta è costituito in gran parte di acqua. Va da sé che, data la carenza di terre coltivabili, avere la possibilità di utilizzare il mare come “campo da coltivare” rappresenta una opportunità molto interessante. L’industria utilizza alghe che crescono spontaneamente, ma sono sempre più numerose le aree dedicate alla coltivazione di questi vegetali in tutto il globo e a tutte le temperature.

E non ci sono solo le alghe “macro”, quelle simili all’insalata per intenderci. Ce ne sono anche di microscopiche che stanno catturando sempre di più l’attenzione dei ricercatori per i loro potenziali utilizzi in diversi settori. Lo dimostra anche il progetto europeo Miracles, che con il sostegno dell’industria e della comunità europea, si propone di sviluppare tecnologie per creare prodotti a base di microalghe da applicare all’alimentazione, all’acquacoltura e per usi non alimentari.

Bibliografia:

European Commission – Novel Food. https://ec.europa.eu/food/safety/novel_food_en
EFSA – Novel Food. https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/novel-food
Sogari G. Progress in Nutrition 2015; 17(4):311-316
Ministero della Salute – Novel food, uso di insetti in campo alimentare. Gennaio 2018.
FAO - A guide to the seaweed industry.
EFSA - 2015 Report of the activities of Stakeholders Consultative Group of emerging risks.
Miracles project. http://miraclesproject.eu

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