Apparato digerente: come pulire l'intestino in modo naturale

Apparato digerente: 10 modi per depurarlo in modo naturale

Prenderci cura del nostro apparato digerente ci aiuta ad assorbire le sostanze utili, ed eliminare quelle di scarto e a proteggere la nostra salute sotto diversi aspetti. Prendendoci cura di microrganismi “buoni” che vivono nel nostro intestino possiamo, ad esempio, favorire la regolarità intestinale, il buon funzionamento del sistema immunitario e, secondo recenti ricerche, probabilmente anche migliorare l’umore [1,2,3,4]. L'intestino non è però l'unico organo su cui agire per depurarci: anche il buon funzionamento del fegato è importante, proprio perché si tratta di uno degli organi che depurano naturalmente il nostro organismo [5].

10 modi per favorire il nostro benessere digestivo


1. Mangiare tanta verdura e preferire i cereali integrali. La verdura, la crusca, pasta e pane integrali, i legumi e, più in generale, i cereali integrali sono fonti di fibre insolubili che favoriscono la regolarità intestinale6. Infatti, le fibre insolubili esercitano un effetto lassativo stimolando la mucosa dell'intestino crasso a secernere acqua e muco; in questo modo il contenuto intestinale diventa più soffice e può essere eliminato più facilmente6.

2. Bere tanta acqua. Anche l'acqua favorisce l'azione depuratrice dell'intestino rendendo il contenuto intestinale più soffice e quindi più facile da eliminare [6]. Le raccomandazioni parlano chiaro: le donne dovrebbero berne almeno 2 litri al giorno, mentre per gli uomini la quantità giornaliera sale a 2 litri e mezzo [7].

3. Considerare i probiotici. I probiotici sono microrganismi alleati della salute che possono essere assunti per via orale (anche come yogurt o latte fermentato) per favorire l’equilibrio della flora intestinale e quindi anche il buon funzionamento dell'intestino [3,4].

4. Assumere i prebiotici. I prebiotici sono componenti non digeribili degli alimenti, che possono stimolare in modo selettivo la crescita e/o l'attività dei batteri intestinali alleati del buon funzionamento dell'apparato digerente, come i lattobacilli e i bifidobatteri [4]. Sostanze di questo tipo (come il lattulosio, l'amido resistente e l'inulina) vengono utilizzate proprio per mettere a punto cibi in grado di modificare la composizione della flora intestinale e renderla benefica per la salute [4], ma anche gli alimenti naturalmente ricchi di fibre solubili (come la frutta e i legumi [8]) sono fonti di prebiotici.

In generale, la composizione dell'alimentazione può influenzare quella della flora intestinale: polifenoli e fibre (tipici degli alimenti vegetali) sono considerati benefici, mentre una maggiore disponibilità di ferro (abbondante nelle carni rosse e nei cereali fortificati) può favorire l'aumento di microbi patogeni [4].

5. Mantenersi fisicamente attivi. Anche l'attività fisica aiuta a modificare positivamente la flora batterica intestinale e, in questo modo, aiuta a migliorare la salute dell’intestino [1]. Inoltre, promuove un transito intestinale più rapido e ci aiuta a ridurre lo stress, uno dei fattori in grado di scatenare problemi intestinali [1,9,10,11]. Al contrario, essere sedentari ci espone al rischio di soffrire di stitichezza [10].

6. Sfruttare i benefici dell'argilla. Un altro rimedio naturale in grado di agire come detossificante è la bentonite, un'argilla assorbente formata da silicati di alluminio [12]. Il suo nome deriva da Fort Benton, località degli Stati Uniti in cui è più abbondante, ma in realtà è stata identificata per la prima volta in Francia, a Montmorillon, e per questo è conosciuta anche come montmorillonite [12].

Mescolata con acqua fino a formare una pasta, la bentonite è utilizzata per via orale da moltissimo tempo [12]. Le sue proprietà assorbenti le permettono di catturare molte tossine presenti nell'apparato digerente (senza influenzare il metabolismo dei minerali) probabilmente perché promuove l'assorbimento dei nutrienti aumentando l'attività della flora intestinale [12]. L'assunzione di dosi elevate potrebbe avere degli effetti collaterali [12]. È necessario, quindi, affidarsi ad un esperto di settore.

7. Assumere carbone attivo. Il carbone attivo è il rimedio più utilizzato nel mondo occidentale per depurare l'apparato digerente dopo l'ingestione di sostanze tossiche [13]. Utilizzato per la prima volta in Francia nel XIX secolo, deriva dalla decomposizione di materiali a base di carbonio (come il guscio del cocco, la torba, il legno) seguita dal riscaldamento in presenza di gas che promuovono la formazione di numerosi pori [13,14]. La sua estrema porosità permette al carbone attivo di assorbire farmaci, tossine e altre sostanze, prevenendo così il loro assorbimento [13,14]. Per questo viene utilizzato in caso di avvelenamento e viene spesso consigliato come rimedio contro l'accumulo di gas intestinali [13,14].

In generale questo rimedio naturale è considerato sicuro, ma bisogna evitare trattamenti prolungati [14]. È controindicato in caso di blocchi intestinali e di ridotta motilità dell'intestino [14]. Inoltre, potrebbe interferire con l'efficacia dei farmaci [14]; per questo prima di assumerlo è sempre buona norma consultare il medico.

8. Cucinare con erbe e spezie. Anche alcune spezie possono favorire la buona salute della flora intestinale. La loro azione, simile a quella dei prebiotici, può promuovere la crescita di batteri alleati del benessere e inibire quella di patogeni [15]. In particolare, sembra che il pepe nero, il pepe di Cayenna, la cannella, lo zenzero, l'origano e il rosmarino stimolino la crescita dei lattobacilli e dei bifidobatteri [15].

9. Ridurre il consumo di grassi saturi, carboidrati raffinati e soft drink. Evitare un eccesso di grassi saturi ci aiuta a mantenere in salute il fegato. In particolare, l'aumento del consumo dei grassi saturi è stato associato alla steatoepatite non alcolica, malattia caratterizzata dall'accumulo di grassi nelle cellule del fegato che è considerata una delle principali cause di patologie epatiche croniche al mondo [16].

Più in generale, la steatoepatite non alcolica è stata messa in correlazione con alcune delle cattive abitudini tipiche dell'alimentazione occidentale moderna, come l'elevato consumo di carboidrati raffinati, di grassi soprattutto saturi, di proteine della carne, di bevande non alcoliche zuccherate16. In caso di obesità abitudini di questo tipo sono associate alla sintesi di grassi, fenomeno considerato una delle cause della steatoepatite non alcolica [16].

10. Fare il pieno di antiossidanti e principi attivi vegetali. Infine, anche un'alimentazione ricca di frutta e verdura può aiutarci a mantenere il fegato in salute, riducendo il rischio di steatoepatite non alcolica [16]. Anche in questo caso ad entrare in gioco è l'elevato contenuto di fibre tipico di questi alimenti, ma non solo: grazie alla loro azione antinfiammatoria, anche gli antiossidanti e i principi attivi vegetali contenuti in frutta e verdura aiutano a proteggere il fegato [16].

Bibliografia:

[1] Monda V., Villano I., Messina A., Valenzano A., Esposito T., Moscatelli F., Viggiano A., Cibelli G., Chieffi S., Monda M., Messina G. (2017), Exercise Modifies the Gut Microbiota with Positive Health Effects in “Oxidative Medicine and Cellular Longevity”, Volume 2017, Article ID 3831972, 8 pages, doi: 10.1155/2017/3831972

[2] Foster J.A., Rinaman L., Cryan J.F. (2017), Stress & the gut-brain axis: Regulation by the microbiome in “Neurobiology of stress”, 7:124-136, doi: 10.1016/j.ynstr.2017.03.001

[3 ] Cresci G.A., Bawden E. (2015), The Gut Microbiome: What we do and don’t know in “Nutrition in Clinical Practice”, 30(6): 734–746, doi: 10.1177/0884533615609899

[4 ] Zhang Y.J., Li S., Gan R.Y., Zhou T., Xu D.P., Li H.B. (2015), Impacts of Gut Bacteria on Human Health and Diseases in “International Journal of Molecular Sciences”, 16(4): 7493–7519, doi: 10.3390/ijms16047493

[5] Nakajima T. (2015), Roles of Sulfur Metabolism and Rhodanese in Detoxification and Anti-Oxidative Stress Functions in the Liver: Responses to Radiation Exposure in "Medical Science Monitor", 21:1721-5. doi: 10.12659/MSM.893234.

[6] McRorie J.W. Jr, McKeown N.M. (2017), Understanding the Physics of Functional Fibers in the Gastrointestinal Tract: An Evidence-Based Approach to Resolving Enduring Misconceptions about Insoluble and Soluble Fiber in "Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics", 117(2):251-264. doi: 10.1016/j.jand.2016.09.021

[7 ] Sinu. LARN - Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. IV Revisione

[8 ] Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economica agraria. Tabelle di composizione degli alimenti

[9] Peters H.P., De Vries W.R., Vanberge-Henegouwen G.P., Akkermans L.M. (2001), Potential benefits and hazards of physical activity and exercise on the gastrointestinal tract in “Gut”, 48(3):435-9, doi: 0.1136/gut.48.3.435

[10] ove A., Bellini M., Battaglia E., Bocchini R., Gambaccini D., Bove V., Pucciani F., Altomare D.F., Dodi G., Sciaudone G., Falletto E., Piloni V. (2012), Consensus statement AIGO/SICCR diagnosis and treatment of chronic constipation and obstructed defecation (Part II: Treatment) in “World Journal of Gastroenterology”, 18(36): 4994–5013, doi: 10.3748/wjg.v18.i36.4994

[11] Simrén M. (2002), Physical activity and the gastrointestinal tract in “European Journal of Gastroenterology & Hepatology”, 14(10):1053-6

[12] Maryam Moosavi M. (2017), Bentonite Clay as a Natural Remedy: A Brief Review in "Iranian Journal of Public Health", 46(9):1176–1183

[13 ] Juurlink D.N. (2015), Activated charcoal for acute overdose: a reappraisal in “British Journal of Clinical Pharmacology”, 81(3):482-7. doi: 10.1111/bcp.12793

[14 ] MedlinePlus. Activated Charcoal in "Drugs, Herbs and Supplements". Feb 21, 201

[15 ] Lu Q.Y., Summanen P.H., Lee R.P., Huang J., Henning S.M., Heber D., Finegold S.M., Li Z. (2017), Prebiotic Potential and Chemical Composition of Seven Culinary Spice Extracts in "Journal of Food Science", 82(8):1807-1813. doi: 10.1111/1750-3841.13792
[ 16 ] Mirmiran P., Irmiran Z., Amirhamidi Z., Ejtahed H.S., Bahadoran Z., Azizi F. (2017), Relationship between Diet and Non-alcoholic Fatty Liver Disease: A Review Article in "Iranian Journal of Public Health", 46(8): 1007–1017

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