Cos'è il microbiota intestinale? | Activia

Cos’è il microbiota intestinale?

Trilioni di microrganismi al servizio della nostra salute, a patto che ci si prenda cura di loro e del loro equilibrio: è questo il microbiota intestinale, prezioso alleato del benessere quotidiano.

Un tempo venivano indicati con il termine generico di “flora batterica” e rappresentavano in realtà un mondo poco conosciuto e difficile da esplorare. Oggi, grazie anche ai grandi progressi della tecnologia e delle tecniche di biologia molecolare e microbiologia, l’insieme dei microrganismi che popola il nostro intestino sta assumendo un volto e un ruolo sempre più definito, anche se restano molte domande alle quali rispondere. [1,2]

Presi nel loro insieme, questi microrganismi – soprattutto batteri, ma anche lieviti, muffe e virus – prendono il nome di microbiota intestinale, da non confondere con il microbioma intestinale. Anche se spesso sono usati come sinonimi, infatti, i due termini hanno significati differenti: il microbiota è l’insieme dei microrganismi, il microbioma è invece l’insieme del loro patrimonio genetico, ovvero tutti i geni (150 volte più numerosi di quelli umani) che compongono questa comunità che ci accompagna per tutta la vita. [1,3]

E tu che (entero)tipo sei? [1]

Si può far partire la moderna storia del microbiota intestinale all’inizio del 1900, quando la comunità scientifica cominciò a pensare che il nostro intestino potesse ospitare una comunità batterica. Da allora ne è stata fatta di strada e sono stati portati a termine moltissimi studi sul microbiota intestinale, tanto che oggi è possibile dividere gli tutta la popolazione mondiale in tre gruppi proprio sulla base della composizione del loro microbiota, o meglio di quello che gli esperti chiamano enterotipo. L’enterotipo cambia a seconda della presenza predominante di una determinata famiglia batterica rispetto alle altre: i tre principali sono caratterizzati da Bacteroides-Roseburia (enterotipo 1), Prevotella (enterotipo 2) e Akkermansia-Alistipes-Ruminococcus (enterotipo 3).

Una comunità enorme e operosa [1,4,5]

Il microbiota intestinale può essere visto come a una comunità multietnica (500-1000 specie differenti) composta da circa 100 trilioni di abitanti (i microrganismi), ciascuno dei quali risiede normalmente presso un indirizzo ben definito (colon, intestino tenue, ecc) ed esercita una determinata professione.

Ciascun essere umano ha un proprio microbiota, una specifica comunità di microrganismi che si forma nel corso degli anni e con la quale entra in contatto sin dalle prime fasi della vita, già a partire dal parto (e forse anche già nel grembo materno). È come un’impronta digitale, ma un po’ particolare, dal momento che non è immutabile nel tempo.

Di una cosa sono certi i ricercatori: il microbiota è fondamentale per la salute e il benessere dell’organismo, dal momento che i microbi intestinali

  • aiutano a estrarre l’energia dal cibo che ingeriamo,

  • migliorano la motilità e il funzionamento dell’intestino,

  • rinforzano la barriera intestinale,

  • proteggono da agenti nocivi ,

  • producono sostanze (metaboliti) utili per la salute

  • sono fondamentali per sintetizzare vitamine e ormoni.


L’equilibrio fa la differenza [1,2,5,6]

Cosa significa microbiota sano? In realtà non è ancora disponibile una risposta certa a questa domanda anche se sono stati identificati alcuni microrganismi che possono essere definiti “buoni” (per esempio Akkermansia muciniphila o Faecalibacterium prausnitzii) e altri “cattivi” (Helicobacter pylori, Clostridium difficile). Inoltre, un microbiota sano è stato associate a livelli relativamente alti di Bacteroidetes e Bifidobacteria e livelli relativamente bassi di Firmicutes e Proteobacteria. Ma questo ancora non basta per definire il microbiota “ideale” – che probabilmente nemmeno esiste.

Ciò che emerge con certezza dagli studi finora svolti è che in molti casi l’equilibrio è la chiave della pacifica convivenza e della migliore efficienza della comunità di microbi che abitano l’intestino. Perturbare tale equilibrio può far aumentare in modo pericoloso i batteri “cattivi” a scapito di quelli “buoni”, oppure può ridurre la varietà di microrganismi presenti in un determinata regione dell’intestino, che non riuscirebbe a funzionare al meglio. Non si tratta infatti solo del numero dei microrganismi presenti, ma anche della loro varietà. Si parla di disbiosi di fronte a un’alterazione di questo equilibrio, condizione che può essere innescata da tanti fattori quali stress, presenza di malattie, uso di antibiotici, esercizio fisico e dieta. Tutti questi elementi, uniti alle caratteristiche genetiche individuali, devono essere presi in considerazione se si vuole mantenere in equilibrio questi piccoli amici, ed evitare che si trasformino in pericolosi nemici.

Bibliografia

1. Rescigno M. Microbiota, arma segreta del sistema immunitario. Antonio Vallardi Editore, 2021.

2. Eisenstein M. The hunt for a healthy microbiome. In Nature Outlook: The gut microbiome; 2020.

3. Holscher HD. Gut Microbes 2017; 8(2): 172-184.

4. Chassaing B, et al. Curr Opin Gastroenterol. 2017; 33(6): 417-421.

5. ISAPP. The Gut Microbiota: Our Microbial Partners, 2017.

6. Singh et al. J Transl Med (2017) 15:73 DOI 10.1186/s12967-017-1175-y.