Curcuma, matcha, zenzero: yogurt ai super alimenti millenari.

Curcuma, matcha e zenzero: i moschettieri del benessere

Sono entrati a far parte delle abitudini alimentari di molti italiani anche grazie alle loro
proprietà: curcuma, matcha e zenzero vengono sempre più frequentemente
introdotti anche nella nostra dieta.

Curcuma, matcha e zenzero sono elementi fondamentali della cucina tradizionale orientale, soprattutto indiana nel caso della curcuma e dello zenzero e giapponese per quanto riguarda il tè matcha. Nella cucina italiana si stanno facendo largo in diversi piatti con il loro gusto particolare, sostenuti anche da evidenze scientifiche che ne descrivono alcune
interessanti proprietà. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

Curcuma, la spezia dorata

La curcuma, definita anche lo zafferano dell’India, è una pianta (C. longa) che cresce prevalentemente in India e in altre aree di Asia e America Centrale di cui si utilizza il rizoma. Sin dall’antichità rappresenta un componente della medicina Ayurvedica che la utilizza per trattare problemi respiratori, reumatismi, dolore e fatigue [1]. Ma se le proprietà medicinali di questa spezia sono note da millenni, una fioritura di studi è stata in particolar modo osservata in tempi recenti [2]. In particolare, sembra che la maggior parte delle proprietà della curcuma siano da attribuire alla curcumina, un polifenolo presente in questo rizoma. Grazie soprattutto alle proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie della curcumina, la curcuma è entrata a far parte anche della medicina occidentale sotto forma di supplementi (compresse, polvere essiccata, eccetera) che si rivelano utili nella gestione di problemi
infiammatori, della sindrome metabolica, dell’artrite, dell’ansia e anche dei livelli elevati di lipidi [1],[2]. È utile anche per gli sportivi, poiché aiuta a gestire l’infiammazione e la fatica
muscolare legate all’esercizio [1]. A tavola la curcuma è molto versatile, si accompagna a diverse ricette e rappresenta la componente che conferisce al curry il caratteristico colore
giallo, ma è poco biodisponibile, ovvero l’organismo fa fatica ad assimilarla [2]. Come ovviare al problema? Aggiungendo alla curcuma un po’ di pepe: grazie alla piperina in esso contenuta la biodisponibilità della curcuma aumenta anche del 2000% [2].

Matcha, una tazza di salute

Il tè rappresenta una delle bevande più diffuse al mondo e con il tempo anche la scienza moderna ne ha riconosciuto i meriti e i benefici per la salute [3]. In particolare, il tè
verde, che come gli altri tipi di tè deriva dalla pianta Camellia sinensis, è noto per i suoi potenziali effetti protettivi contro tumori, malattie cardiovascolari, artrite, ma anche per il suo potere anti-ossidante e anti-infiammatorio [3],[4].
Il merito va soprattutto all’elevato contenuto in polifenoli che rappresentano fino al 30% in peso delle foglie di tè essiccate, tra i quali una molecola chiamata epigallocatechina gallata (EGCG) [4]. Ma non tutti i tè verdi sono uguali. Il tè matcha, in particolare, rappresenta una variante di elevata qualità di questa bevanda grazie anche al particolare metodo di coltivazione3. Tre o quattro settimane prima del raccolto, le foglie del tè vengono infatti coperte in modo da creare il 90% di ombra e allungare il periodo di maturazione. Si pensa che il tè matcha venisse consumato già nel sesto secolo per i suoi effetti benefici sull’umore e sul benessere mentale, ma allora rappresentava un prodotto per pochi, dati gli elevati costi [3].

Bisogna notare che il tè matcha presenta alcune caratteristiche che lo rendono piuttosto diverso dal classico tè verde in termini ci composizione e di biodisponibilità delle sostanze presenti nell’infuso [3].
In particolare, il contenuto di sostanze anti-ossidanti è molto più elevato rispetto a quello del tè verde [3] e per quanto riguarda l’epigallocatechina gallata alcuni studi hanno riscontrato livelli di assunzione dal consumo di tè matcha fino a 137 volte superiori se confrontati con l’assunzione di altri tipi di tè [5]. Questa ricchezza di sostanze attive rende il tè matcha un sostegno per il benessere anche mentale, con la capacità di ridurre persino lo stress [6].

Zenzero, una forza della natura

Lo zenzero? Un vero e proprio concentrato di sostanze attive che lo rendono potenzialmente utile nel contrastare disturbi e problemi di salute più o meno gravi, ma anche un ingrediente capace di dare brio a tanti piatti [7],[8]. È questo il ritratto dello zenzero, una radice che deriva dalla pianta Zingiber officinale, della famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia della curcuma) che viene oggi utilizzata in tutto il mondo per insaporire pietanze e bevande e per profumare creme e saponi. Dal punto di vista della salute, lo zenzero rappresenta un forziere ricco di sostanze anti-infiammatorie e anti-ossidanti [7],[8]. Nella medicina asiatica la radice viene da sempre utilizzata per trattare mal di stomaco, diarrea e nausea. E proprio per trattare la nausea di diversa origine (da chemioterapia, ma anche da movimento e gravidanza), lo zenzero viene oggi utilizzato sia come radice, sia come compresse, estratti o tisane [7]. Nella radice si ritrovano sostanze volatili (sesquiterpeni e idrocarburi monoterpenoidi) che ne determinano l’aroma e il gusto, e altre non volatili, come per esempio gingeroli, shogaoli, paradoli [8]. Tra i disturbi per i quali la radice potrebbe risultare utile rientrano senza dubbio l’artrite e i reumatismi, ma anche il diabete, l’ipertensione e tanti disturbi intestinali come stitichezza, indigestione e ulcera [8]. E se ancora non fosse sufficiente, lo zenzero aiuta anche il buon invecchiamento grazie alle sue capacità di contrastare i danni dei radicali liberi [8].

Conclusioni
Curcuma, matcha e zenzero sono ingredienti noti da millenni nella medicina tradizionale di paesi come l’India e il Giappone, ma oggi stanno assumendo un ruolo di primo piano anche nel mondo occidentale che ne scopre a poco a poco gli enormi vantaggi in termini di salute.

Fonti:

[1] NCCIH –Turmeric
[2] Hewlings Sj, et al. Foods 2017;6:92
[3] Dietz C, Dekker M. Current Pharmaceutical Design 2017; 23:2876-2905
[4] Chacko et al. Chinese Medicine 2010; 5:13
[5] Weiss DJ1, Anderton CR. J Chromatogr A. 2003;1011(1-2):173-80
[6] Unno K, et al. Nutrients 2018; 10(10)
[7] NCCIH – Ginger
[8] Mashhadi NS, et al. Int J Prev Med. 2013 Apr; 4(Suppl 1): S36–S42.